Presentati gli emendamenti al dl Competitività, l'attenzione dei partiti si concentra soprattutto sullo "spalma-incentivi" e sul pagamento degli interessi di interessi. Anche il Pd presenta una proposta di stop a quest'ultima prassi, ma prevale la cautela: "Non daremo battaglia". Martedì mattina al via l'esame di ammissibilità sulle 1.600 modifiche
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - Entra nel vivo la
discussione parlamentare sui provvedimenti contenuti nel dl
Competitività e il tiro dei partiti si alza sulla questione degli
incentivi al fotovoltaico e dell'anatocismo, ovvero il pagamento (o
l'incasso) degli interessi sugli interessi nei rapporti bancari. Sul
primo punto, dalla lettura degli emendamenti presentati emergono
proposte quali i bond per salvare gli incentivi agli impianti
fotovoltaici o l'introduzione di scaglioni di potenza per cercare di
ripartire diversamente l'onere della rinuncia alla remunerazione
pubblica. Sul secondo versante, invece, prevale la richiesta di bloccare
l'anatocismo e sopprimere l'articolo relativo: la proposta, certificata
in un emendamento, arriva anche dal Partito Democratico. Proprio il Pd
si è spaccato al suo interno sulla questione degli interessi,
e non è un caso che il capogruppo in Commissione Industria al Senato,
Salvatore Tomaselli, specifichi che non c'è intenzione di dare battaglia
sul punto, ma dialogare con il governo. Chi segue da vicino i lavori,
infatti, vede prevalere la volontà di applicare la norma, con i giusti
correttivi tecnici, che in effetti è presente in tutto l'Occidente e
vale tanto per gli interessi attivi che per quelli passivi. Martedì
mattina partirà intanto l'esame di ammissibilità delle oltre 1.600
proposte di modifica giunte al dl, dopodiché si avvierà la discussione vera e propria.
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